“Ciò che non giova all’alveare, non giova neppure all’ape”.
Marco Aurelio, nella sua dualità di imperatore e filosofo, già dall’età aurea dell’Impero Romano aveva compreso l’importanza assoluta di un progetto collettivo, ben oltre qualsivoglia dinamica individuale. Ed è ciò che, nell’ambito del calcio regionale, la Pontevecchio persegue da anni tra prima squadra e settore giovanile per una visione d’insieme che guarda ben oltre la visuale comune, nel contesto di una società che nella sua fulgida storia ha visto crescere fior fior di giocatori e allenatori che poi hanno fatto strada nell’elite del football nazionale. E sotto tale punto di vista limpido esempio sono gli Allievi regionali rossoverdi(2007-2008), guidati nel campionato A1 Under 17 da Maurizio Menga, che da quest’anno svolge anche il ruolo di responsabile del vivaio ponteggiano:
“Siamo partiti in estate con una squadra nuova – ricorda Maurizio – e per questo non sapevo quale fosse il reale valore del gruppo ma oggi posso dire che la soddisfazione è davvero tanta, alleno dei ragazzi fantastici che rendono complessa la scelta dell’undici titolare ogni domenica e tutto parte dall’attenzione e la meticolosità che anima ogni nostro allenamento ed è questo ciò che conta davvero, al di là del risultato”.
Anche se i risultati non sono certo idiosincratici a tale disanima: la Pontevecchio è difatti terza assieme al Cannara a quota 19 punti, quattro punti sotto il Campitello capolista e reduce da due mirabolanti successi, 5-1 casalingo contro il Trestina e 0-2 a domicilio del Santa Sabina nell’ultimo turno, il tutto in un campionato competitivo come l’A1 regionale:
“Chiaramente il cammino è positivo – analizza Menga – ma anche qui la nostra volontà è sempre quella di scavare dentro le prestazioni per capire gli errori fatti non solo nelle sconfitte ma anche nelle vittorie, in modo che la mentalità sia quella di ricercare sempre un miglioramento costante e continuo. Il lavoro però procede bene ad ogni livello e per questo devo dire grazie alla società e a tutti gli allenatori, dalla prima squadra passando per le varie formazioni giovanili: c’è grande unione e un confronto costante e non credo sia un caso che praticamente tutte le nostre realtà stanno ben figurando nelle varie categorie”.
Una simbiosi così rimarcata che diversi ragazzi sono già parte integrante della Prima Squadra allenata da Lorenzo Cardarelli che milita nel campionato di Promozione regionale, come Bamba e Qendro: due 2007 che fungono da esempio concreto di un lavoro che si sviluppa seguendo determinati principi:
“Facciamo tanto lavoro con la palla – spiega Menga – a partire da situazioni di uno contro uno, due contro due, tre contro tre e via dicendo unendo a questo anche giochi posizionali e soprattutto la capacità di lettura delle situazioni sia in fase di transizione positiva che negativa, pensando sempre in una doppia chiave per esser preparati ad affrontare con destrezza sia il possesso che il non possesso della sfera. Chiaro che per quanto riguarda gli allievi regionali – integra Maurizio – svolgiamo anche un lavoro mirato anche dal punto di vista fisico: possiamo di fatto contare pure su una palestra attrezzata e l’idea è di far andare di pari passo corpo e mente”.
Menga, classe 1988, seppur ancora giovanissimo ha già formative esperienze di coaching: inizi alla Nuova Alba nella frazione perugina di San Martino in Campo dove conosce Cardarelli ed insieme conquistano il campionato di Seconda Categoria confermandosi poi in Prima. Quindi arriva la chiamata al “Ponte” sempre con Cardarelli: Menga allena la Juniores e funge da vince nei senior, poi ecco l’esperienza con l’annata 2007 e il titolo di campioni nei giovanissimi regionali A1 due anni fa. E per non farsi proprio mancare nulla, Menga ha anche fatto parte per due estati del camp promosso dalla Juventus Academy a Chianciano Terme:
“Esperienza intensa – ricorda Maurizio – dove per l’intero periodo vivi all’unisono con gli altri allenatori e i ragazzi condividendo le stesse abitudini e soprattutto dove capisci appieno quanto i dettagli spesso fanno davvero la differenza: basti pensare che il nostro lavoro era seguito da due psicologi che poi ci dicevano su quali aspetti migliorare nei confronti dei partecipanti al camp, come avere il giusto tono di voce o avere una postura corretta”. E poi la classica “sliding doors” stoppata da aspetti quantomeno singolari: “Mi avevano proposto di allenare una Juventus Academy in Australia – ricostruisce Menga – avrei dovuto guidare un Under 15 elite ma prima di mettere nero su bianco è saltato tutto perché, secondo le regole australiane, per allenare una formazione giovanile ‘aussies’ bisogna essere Under 30 e io andavo per i 31 all’epoca. Era il 2019, poi c’è stato il Covid e tutto il processo è venuto a meno per cause di forza maggiore anche se poi sono tornato al camp bianconero la scorsa estate”.
Quindi da qualche mese Menga è responsabile del settore giovanile oltre che tecnico dell’Under 17 della squadra di Ponte San Giovanni: “E’ un girone equilibrato – dichiara analizzando il campionato – lo scorso anno c’erano un paio di battistrada, quest’anno invece ci sono almeno 6-7 squadre di ottimo livello. Noi sicuramente abbiamo avuto un buon impatto, siamo orgogliosi del nostro percorso ma è ancora prematuro fare bilanci. Guardiamo partita per partita con l’ambizione di poter arrivare a fare meglio possibile perché sin qui abbiamo dimostrato di potercela giocare alla pari con tutti ma il focus principale è incentrato sulla crescita dei ragazzi e su uno sviluppo integrato dell’organico, in modo che i 2007-2008 di oggi possano essere parte integrata della prima squadra del prossimo futuro”.
Prossima recita domenica al “Degli Ornari” contro l’Accademia calcio Terni per i rossoverdi: “Ogni impegno va affrontato con umiltà e volontà di crescere settimana dopo settimana – chiosa il mister del team ponteggiano – i ragazzi sanno che devono solo rimanere concentrati e a pensare ‘step by step’: poi a Marzo vedremo a che punto siamo e per cosa possiamo ambire”.