La locuzione latina “Deus Ex Machina” risulta spesso fuorviante: sia nel quotidiano che in letteratura, viene spesso tradotta con un personaggio centrale nella narrazione, che determina lo svolgersi e l’epilogo di un determinato contesto.
In realtà il “Dio che discende dalla macchina” non è altro che la trasposizione di un preciso momento della tragedia greca dove una divinità, fino al quel momento totalmente estranea al fatto, entrava in scena risolvendo il cosiddetto “vulnus” narrativo.
Ora, lasciando a parte divinità di sorta, si può tranquillamente affermare che Davide Melone è stato un autentico “Deus Ex Machina” per l’annata 2023-2024 dell’Under 17 dell’Orvietana: subentrato come “head coach” all’ottava giornata, con la squadra reduce da due sconfitte consecutive e ad un passo dalla zona retrocessione nel campionato A1 Allievi Regionali, Melone ha subito esordito con una vittoria casalinga con il Santa Sabina(3-1) inanellando quattro risultati utili filati e poi mettendo in fila altre prestazioni di grande valore, come il pari a reti bianche con il Terni FC (attuale capolista del girone) e quello per 1-1 a Ponte San Giovanni, senza dimenticare il successo (1-0) con il Trestina, il 6-1 rifilato all’Accademia Terni fino all’ultima vittoria casalinga per 4-3 con l’Atletico Gubbio che ha chiuso il periodo più complesso della sua gestione, visto che i biancorossi erano riduci da tre sconfitte consecutive.
Oggi la classifica dell’Orvietana recita 28 punti e, se ancora manca qualcosa per l’aritmetica permanenza nella categoria, a quattro giornate dalla fine della regular season il percorso è stato senza dubbio rimarchevole:
“Sin da quando sono subentrato – afferma Davide – la mia volontà principale è stata quella di compattare il gruppo cercando di portare massima tranquillità in un ambiente che l’aveva un po’ persa, quella tranquillità, cercando di creare le condizioni favorevoli per lavorare al meglio in settimana e arrivare mentalmente e fisicamente pronti alla partita.
Devo ringraziare i ragazzi per la disponibilità e la fiducia che hanno mostrato sin da subito nei miei confronti, abbiamo avuto momenti difficili durante il nostro percorso ma è il normale processo di un gruppo che ci vede scendere in campo ogni giornata con 4-5 ragazzi del 2008, che fino allo scorso anno disputavano il campionato Sperimentale e che oggi si ritrovano protagonisti in A1 regionale.
Per questo abbiamo pagato dazio soprattutto in termini di esperienza in determinate circostanze ma sempre offrendo prestazioni confortanti e credo che la crescita del gruppo ad oggi sia tangibile rispetto a qualche mese fa anche in termini di mentalità e autostima. Dobbiamo evitare qualche blackout, come accaduto anche nell’ultima giornata con l’Atletico Gubbio ma il percorso è senza dubbio di ottimo livello”.
Un tragitto accompagnato anche da un’evoluzione tecnico-tattica:
“Inizialmente ho spostato il focus sull’intensità – ricorda Melone – perché avevo la sensazione che mancasse un po’ di ritmo negli allenamenti per lacune che poi ci penalizzavano in partita. Di pari passo ho curato anche l’aspetto tattico, cambiando modulo per sfruttare le nostre doti in ampiezza cercando di sfruttare la massimo il gioco e la varietà di soluzioni dei nostri quinti.
Peraltro non ho alcun dogma dal punto di vista del sistema di gioco, tanto che era la prima volta che impostavo la difesa a tre ma cerco di essere più possibile aperto e flessibile per sfruttare al massimo le qualità dei ragazzi che alleno: credo difatti – prosegue Davide – che più del modulo conti come i giocatori interpretano le varie situazioni che hanno dinanzi in partita e devo dire che l’intero gruppo ha risposto benissimo sin dall’immediato.
Ovviamente lavoriamo tanto anche tecnicamente ma più di ogni altro aspetto ho cercato di curare il lato caratteriale e non è un caso che spesso abbiamo recuperato svantaggi anche di due reti, segno di come la squadra abbia immagazzinato una capacità di reazione all’imprevisto e alle difficoltà davvero considerevole”.
Davide è cresciuto calcisticamente proprio nell’Orvietana, esordendo nel 2004, ad appena 18 anni, in una gara di Coppa Italia Serie D a Foligno e collezionando diverse presenze in campionato. Poi la scelta di privilegiare studio e lavoro scendendo di categoria, militando in varie realtà sia umbre che laziali tra Prima categoria e Promozione. Poi, ad appena 30 anni, la scelta di fare il corso di allenatore con la fulminea chiamata dell’Orvietana, dove inizia dai giovanissimi A2.
Poi un’esperienza anche tra i senior in Seconda e Prima Categoria con l’Orvieto FC nelle annate “balorde” segnate dal Covid e poi la scelta di prendersi un anno sabbatico per motivazioni personali. Questo fino alla chiamata dello scorso autunno dell’ “Alma Mater” calcistica Orvietana:
“In quei giorni ero a Londra in vacanza – ricorda Melone – mi squilla il telefono ed era il responsabile del settore giovanile Massimo Porcari, al quale mi lega un rapporto speciale: accettare per me è stato abbastanza semplice e non nego che è stato un grande orgoglio tornare qui dove tutto per me ha avuto inizio. Credo che l’Orvietana sia una delle società più importante di questa regione e debba ogni anno disputare campionati di A1 in tutte le categorie e cercare di fare stagioni di alto livello.
Ovvio che dal punto di vista puramente geografico siamo un po’ penalizzati, in termini di bacino da cui attingere, essendo proprio al confine tra Umbria e Lazio ma abbiamo comunque gruppi di valore e lo stesso organico dell’Under 17 può ambire molto più in alto che alla zona salvezza. In ogni caso parliamo di una società con grande tradizione, organizzazione e attenzione in ambito giovanile”.
Ed ora, dopo la pausa pasquale, arriva il rush finale di stagione per i biancorossi che il 7 Aprile ripartiranno dal campo della Narnese:
“Al netto dei punti che ci servono per la salvezza – analizza il tecnico del team orvietano – ho già detto ai ragazzi che dobbiamo pensare anche a provare ad alzare l’asticella: mancano quattro partite, ci sono in ballo 12 punti e dobbiamo cercare di fare il massimo perché credo che, al di la dei valori squisitamente tecnici, con determinazione e voglia di superare i propri limiti si può ottenere qualsivoglia obiettivo. Sicuramente non vogliamo fermarci, anzi, la volontà mia e del gruppo è quella di chiudere più in alto possibile”