I campionati A1 sono fermi per lasciare spazio al Torneo delle Regioni, quindi la nostra solita rubrica sulle decisioni del Giudice Sportivo non viene pubblicata. Ma non possiamo fare finta di nulla su quanto accaduto nel Campionato Allievi Under 17 Terni: certe cose non si possono più tollerare, soprattutto nell’ambito dello sport giovanile.
Le partite possono andare bene e possono andare male. Nell’arco dei novanta minuti tutti possono commettere degli errori: i giocatori che sbagliano un passaggio, un tiro o un intervento, l’allenatore che non legge bene la partita e non fa i giusti cambi, l’arbitro che non azzecca qualche decisione. Ma pare che nei campi di calcio solo il direttore di gara non abbia il diritto di sbagliare: se commette degli errori sembra che sia giustificato dirgli (o fargli) di tutto, ma in un paese civile non può essere così! Quello che è successo tra il primo ed il secondo tempo di una partita tra le squadre Under 17 di Sangemini e Sporting Terni ha dell’incredibile, come testimonia la maxi squalifica comminata al protagonista della vicenda.
Nell’intervallo della partita un dirigente dello Sporting Terni si è introdotto nello spogliatoio dell’arbitro, una ragazza di 17 anni (a cui va tutta la nostra solidarietà), per protestare contro la sua condotta di gara. Il dirigente ha registrato la parte iniziale del colloquio con il suo telefono, ma poi, una volta interrotta la registrazione, ha alzato i toni. Secondo quanto riportato sul referto, l’uomo ha detto all’arbitro “eri da ammazzare da piccola”; come se non bastasse, ha aggiunto “dovresti fare la fine di Ilaria”, riferendosi al recente omicidio di una ragazza residente a Terni, “bisognerebbe tirare fuori il coltello”. Dopo aver sentito queste parole, l’arbitro ha espulso il dirigente, che però non voleva andarsene.
Con l’intervento dello staff della squadra avversaria l’uomo è stato accompagnato all’uscita. Ma anche durante questo tragitto il dirigente ha continuato ad insultare la ragazza, invitando i calciatori della sua squadra a mostrarsi ostili nei loro confronti (ed il messaggio, come vedremo più avanti, è stato recepito). Purtroppo la vicenda non si è conclusa qui, perché durante la ripresa il dirigente ha cercato di rientrare nell’impianto di gioco, venendo bloccato dal custode. L’ira dell’uomo non si è placata ed è proseguita con insulti urlati anche dall’esterno. Alla fine della partita, il dirigente ha continuato a seminare odio, cercando di portare dalla sua parte i genitori dei ragazzi in campo, criticando l’operato dell’arbitro, che secondo lui era stato troppo severo nei confronti di due giocatori della sua squadra che sono stati espulsi.
Purtroppo l’incoraggiamento del dirigente a mostrarsi ostile nei confronti dell’arbitro è stato raccolto da un calciatore in particolare. Dopo esser stato espulso, il ragazzo si è tolto le scarpe da gioco, minacciando di lanciarle verso l’arbitro, poi si è tolto la maglietta e alla fine minacciava di levarsi anche i calzoncini, facendo gestacci e proferendo allusioni di stampo sessuale nei confronti del direttore di gara. Fatto gravissimo che è stato punito con una squalifica di 12 gare, mentre il dirigente è stato punito con una squalifica fino a dicembre 2028, a cui ci aggiunge una multa di 500 euro a carico della società. Non vogliamo scusare il ragazzo per quanto ha fatto, ma se i “grandi” si comportano in questo modo…
Sono davvero tante le cose che non vanno in questa storia. L’atteggiamento del dirigente (un uomo adulto) nei confronti di una ragazza di 17 anni è inammissibile. Ogni domenica sentiamo tantissime lamentele sull’operato degli arbitri perché “sono scarsi” (cit.), ma parliamo di giovani che fanno questa cosa per pura passione. E noi ci chiediamo: cosa li spinge ad andare avanti se ad ogni partita devono subire insulti per novanta minuti e in alcuni casi rischiano aggressioni di questo tipo? Con le offese e le minacce qualcuno pensa di poter migliorare la classe arbitrale? Non sarebbe meglio lasciarli lavorare in un contesto più sereno, in modo da poter permettere di fare il loro compito in tranquillità e consentendo anche ad altri ragazzi di avvicinarsi a questo mondo, ampliando il parco dei fischietti e, presumibilmente, la loro qualità?
Non abbiamo scritto i nomi dei protagonisti della vicenda perché non è nostro interesse puntare il dito contro un soggetto in particolare. Ci interessa molto di più sottolineare certe cose per ribadire ancora una volta che è necessario darsi una calmata. Parliamo di calcio, anzi di CALCIO GIOVANILE! E purtroppo nel corso del tempo ci siamo resi conto che questo ambiente è pieno di persone che dovrebbero stare ben lontane dai campi di calcio perché offrono uno spettacolo indegno e soprattutto perché non sono un grande esempio per i ragazzi. Ovviamente se qualcuno vuole raccontare la sua versione dei fatti, noi siamo disponibili ad ascoltarla e a pubblicarla, ma in futuro speriamo di non dover più parlare di eventi del genere.