Dopo 16 giornate disputate, il campionato Under 19 A1 è arrivato alla sosta di fine anno con la Narnese in testa alla classifica. I rossoblu hanno conquistato la vetta della graduatoria fin dal primo turno e hanno chiuso il 2024 da imbattuti, con 38 punti conquistati grazie a 11 vittorie e 5 pareggi. A guidare dalla panchina i ragazzi della Narnese c’è Leonardo Cori, che dopo aver abbandonato il calcio giocato da giovanissimo a causa di una serie di infortuni al ginocchio ha deciso di intraprendere il percorso da allenatore. I risultati dimostrano che la scelta della dirigenza del club di affidare a mister Cori la sua Under 19 è stata giusta, non solo per quanto riguarda i risultati in campo, ma anche per quanto concerne il ruolo della Juniores come serbatoio di talenti per la Prima Squadra. Ecco le dichiarazioni di Leonardo Cori ai microfoni di Giovaninrete.
Possiamo fare un breve riepilogo del suo percorso dentro e fuori dal campo?
“Restando nel passato più recente, possiamo dire che ho giocato a calcio fino a un paio di anni fa. Ho giocato gli ultimi anni a Narni, ma prima ho vestito le maglie di Ternana, Viterbese e, per un breve periodo, Trastevere in Serie D. Proprio qui, durante l’anno del Covid, ho avuto il mio primo infortunio al ginocchio. Dopo l’operazione sono tornato a giocare a Narni, ma dopo tre o quattro mesi mi sono infortunato nuovamente al ginocchio, sempre al menisco, e ho dovuto operarmi di nuovo. Dopo il recupero ho giocato per altri sei mesi, ma la stagione successiva ho sentito fin da subito dei problemi sempre al ginocchio e ho dovuto subire un terzo intervento, il più invasivo (trapianto di menisco) dopo il quale ho deciso di smettere di giocare. Era novembre, quindi quasi metà stagione: il direttore Gambini e mister Sabatini mi hanno coinvolto affidandomi un ruolo di collaboratore della prima squadra. Dall’anno scorso sono subentrato come secondo allenatore e collaboratore della Juniores e da quest’anno faccio il primo allenatore con la Juniores. In sintesi, ho dovuto smettere di giocare per problemi al ginocchio e poi, dopo aver fatto il corso da allenatore, ho iniziato questa esperienza per rimanere in questo ambiente e per lavorare ancora a Narni, città a cui sono molto legato”.
Avete chiuso la prima parte della stagione da imbattuti e con numeri incredibili: quali sono gli aspetti che la rendono più orgoglioso?
“Ci sono molti aspetti che mi rendono orgoglioso. Uno dei più importanti è il riscontrare nei ragazzi la loro grande partecipazione, il grande sacrificio, il grande impegno e dei valori importanti anche da un punto di vista di gruppo, che sono fattori che hanno inciso tantissimo sui risultati che siamo riusciti a portare a casa finora. Un’altra grande soddisfazione è rappresentata dalla continua collaborazione che abbiamo con la Prima Squadra: è un progetto che la società sta portando avanti da tempo e che permette a molti ragazzi della Juniores di allenarsi con i grandi (senza sfigurare) e addirittura a debuttare in Eccellenza. D’altronde il compito della Juniores, al di là del risultato sul campo, è proprio quello di preparare i ragazzi per arrivare in Prima Squadra e con questo tipo di gestione ci sta riuscendo bene. Per quanto riguarda i risultati, c’è ancora tanto da fare: ci sono ancora molte partite da giocare e le insidie sono tante”.
Effettivamente tanti ragazzi della Juniores hanno già esordito in Eccellenza con la Prima Squadra (che tra l’altro sta facendo benissimo): è la dimostrazione pratica che la Narnese punta molto sui ragazzi del territorio?
“Come dicevo prima, la Narnese ormai da diverso tempo sta impostando un progetto di coesione forte tra Juniores e Prima Squadra, puntando il focus sulla crescita e la preparazione dei ragazzi, considerando anche il fatto che c’è ancora l’obbligo degli Under. Il semplice fatto di allenarsi con i grandi permette ai ragazzi di lavorare con certi ritmi, li abitua a certe situazioni e di sicuro li aiuta a crescere ed i risultati si stanno vedendo. Narni, per come l’ho vissuta io fino ad oggi, ha un forte senso di appartenenza: noi cerchiamo di valorizzare i ragazzi del paese e del territorio ed i ragazzi sentono questo senso di appartenenza e la responsabilità e l’onore di rappresentare una città ed una società storica. Il progetto va avanti da tempo e mira a far crescere i ragazzi della Juniores per portarli in Prima Squadra. È quello che è accaduto a Falocco, Mascherucci, Marchetti ed altri: l’anno scorso hanno fatto un determinato tipo di percorso ed ora sono protagonisti in Eccellenza e questo per noi è un motivo di grande soddisfazione. Ovviamente si può lavorare per fare meglio, però i risultati stanno arrivando”.
Qual è la sua posizione riguardo all’obbligo di schierare gli under nei campionato di Eccellenza e Promozione?
“In realtà non ho una posizione netta. Per quanto riguarda la mia esperienza diretta, io sono arrivato a Narni come Under e ho giocato per due anni come Under. L’obbligo ha sicuramente i suoi pro ed i suoi contro. Le società sono portate ad organizzarsi per sviluppare un meccanismo che porti alla valorizzazione dei giovani, e questo è sicuramente un grande aspetto positivo, che poi credo che sia il motivo che sta alla base di questa regola. Il contro è semplicemente il fatto che in questo tipo di categorie gli Under incidono tanto: avere dei ragazzi di un certo livello può spostare molto il campionato, a volte anche più dei giocatori “anziani”, perché devono essere tre e a volte sono anche di più e rappresentano una parte importante dell’undici iniziale. Ma comunque non possiamo considerarlo come un vero e proprio contro: meglio vederlo come un fattore vincolante che può essere positivo sotto certi aspetti”.
Ormai avete già affrontato tutte le squadre del campionato: qual è l’avversario che l’ha impressionato di più?
“Onestamente sono rimasto colpito da più squadre. Il Terni FC mi è sembrata una grandissima squadra, molto tecnica, con giocatori molto bravi; me lo aspettavo ed ho avuto la conferma quando sono venuti a giocare a Narni, Sono convinto che sia una grande squadra anche il Cannara, che poi lo ha dimostrato nel corso della prima metà della stagione, al di là del risultato iniziale che poteva essere fuorviante; hanno delle grosse qualità, anche perché è uno di quei settori giovanili che negli ultimi anni ha sempre sfornato giovani di talento. Il Campitello è sempre una squadra ostica, che sta sempre sul pezzo e che è complicata da affrontare, con una società che nel settore giovanile opera da sempre in un certo modo. In trasferta ci ha dato particolarmente fastidio il Mantignana, che è stata una sorpresa a cui faccio i complimenti. In generale tutte le trasferte sono complesse: il campionato è sempre molto equilibrato ed i campi sono tutti difficili. Comunque Terni FC e Cannara sono le squadre che mi hanno impressionato di più”.
Prima dei saluti c’è lo spazio dedicato ai ringraziamenti: “In primis ringrazio voi per l’intervista. Ringrazio anche la società ed il direttore sportivo Gianluca Gambini per la grossa opportunità che mi è stata data nonostante la mia giovane età, lo staff della prima squadra (Marino Defendi, Marco Laureti, Sandro Paterni, Federico Rognini) e tutti gli addetti ai lavori che mi danno una mano e con cui ci possiamo confrontare. Ovviamente ringrazio i miei ragazzi, anche perché io sono alla prima esperienza e loro sono bravi a non mancare in nulla: io cerco di dare tanto a loro, ma anche loro danno moltissimo a me ed imparo tanto da loro. Per concludere, credo che le cose possano andare meglio nel girone di ritorno: io sono convinto che anche quando tutto sembra andare molto bene si può ancora migliorare, cercando di fare sempre qualcosa in più e senza sottovalutare nulla perché mancano ancora tante partite alla fine della stagione, a cominciare dall’importante appuntamento che ci attende tra due settimane. Sfruttiamo queste feste per riposarci e per prepararci bene per affrontare al meglio la seconda parte della stagione”. E noi non vediamo l’ora di vedere come proseguirà questo bellissimo campionato Under 19 anche nel 2025!
Ubaldo Cricchi