Sentimento e comportamento indirizzato alla consapevolezza dei diritti e dei meriti altrui, dell’importanza e del valore morale, culturale di una persona o di un gruppo di persone.
Questa una delle molteplici definizioni di “rispetto”, termine spesso dimenticato in determinati contesti.
Chi non solo non lo dimentica mai ma ne ha costruito una filosofia di vita è Giuseppe Pentassuglia, tecnico dell’Under 15 della Pontevecchio che sta cercando di risalire la classifica nel campionato A1 dei Giovanissimi regionali. Più dei risultati e delle vittorie però quello che interessa a Pentassuglia è il lato umano e comportamentale: quasi un anno fa difatti, dopo un gol segnato in maniera interlocutoria dai suoi ragazzi, alla ripresa del gioco lasciò andare indisturbati in porta gli avversari affinchè potessero portarsi di nuovo sul doppio vantaggio.
Un gesto di fair play raro da riscontrare soprattutto in un universo troppe volte inquinato da valori non positivi come quello calcistico ma non raro per Pentassuglia, che in ogni partita dimostra di essere un educatore ancor prima che un allenatore.
Lo ha dimostrato ad esempio anche nell’ultima gara peraltro vinta 0-1 dalla sua Pontevecchio al “Cambiotti” di Zappacenere contro l’Atletico Gubbio, dove la compagine ponteggiana ha tenuto un comportamento esemplare, dimostrando una maturità ed un’applicazione mentale che esula da ciò che accade tecnicamente e tatticamente sul rettangolo di gioco: “Ho sempre pensato – sostiene Giuseppe – che prima di essere bravi calciatori, bisogna essere brave persone ed è questo che primariamente cerco di far capire al gruppo che alleno.
Credo che avere equilibrio è fondamentale, trasmettere tranquillità è fondamentale, chiaramente il rispetto è fondamentale e devo dire che i ragazzi stanno carpendo in maniera lodevole questo messaggio e per me conta più di qualsiasi vittoria da tre punti”.
Intanto però con il blitz in terra eugubina l’Under 15 rossoverde è salita a quota 13, agguantando in quintultima piazza Accademia Calcio Terni: “Il campionato è durissimo – sottolinea Pentassuglia – per me peraltro è il primo anno alla guida di questo gruppo formato da 2009 e ancora ci stiamo conoscendo, per un processo che è stato logicamente a singhiozzo nelle prime settimane e dove serve ovviamente tempo ma che evolve di settimana in settimana, step by step, perché c’è grande impegno e voglia di migliorare per un gruppo di ragazzi davvero giovani “.
Pentassuglia dopo gli anni da calciatore tra Promozione e Prima Categoria ha ancor di più sviluppato la passione per il calcio iniziando ad allenare prima nell’Academy del Perugia e poi alla Pontevecchio, dove è arrivato nel 2021: “Qui mi trovo benissimo – sottolinea il mister – ed è chiaro che la nostra volontà è di vincere più partite possibili ma non è il solo obiettivo a cui guardiamo.
Il nostro lavoro in allenamento è praticamente incentrato in toto sulla palla anche se devo ammettere che, soprattutto quest’anno, sto prestando grande attenzione alla fase di non possesso viste le squadre di alto valore che incrociamo ogni giornata.
Contesto che sta portando la squadra a dare tantissimo dal punto di vista della concentrazione e della dedizione e, anche se curiamo tanto la fase difensiva, questo non significa che non vogliamo produrre gioco e cercare di avere il più possibile il dominio territoriale.
Cerchiamo di mixare nella maniera migliore i due fattori: attacco e difesa”. Domenica ultima di andata e del 2023 in casa contro il Bastia seconda forza e tra le corazzate del girone, l’obiettivo sportivo per il “Ponte” è quello di mantenere la categoria ma anche qui c’è sempre un andare oltre il perseguimento del risultato finale: “Ripeto: giochiamo sempre per cercare di vincere – ribadisce Giuseppe – ma la vera vittoria è vedere questi ragazzi venire all’allenamento sorridenti e ripartire dal campo sempre sorridenti.
Il divertimento infatti deve rimanere il fattore predominante, soprattutto a quest’età: io peraltro mi diverto tantissimo con loro e spero di trasmetterlo alla squadra e spero davvero che questa voglia di divertirsi giocando a calcio rimanga in loro per i prossimi anni, perché primariamente il calcio è e deve restare sempre divertimento”