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GIACOMO FALASCHI, DAL CENTRO FEDERALE AL SETTORE GIOVANILE DEL SANTA SABINA

Giacomo Falaschi è il nuovo direttore tecnico del settore giovanile del Santa Sabina.
Giacomo Falaschi

La stagione calcistica 2023/2024 è ormai alle spalle, ma le società dilettantistiche si stanno già muovendo per preparare al meglio la nuova annata. Proprio in questo periodo si registrano i movimenti più importanti a livello dirigenziale e tecnico nei vari club. Una delle società umbre più attente al suo vivaio è senza dubbio il Santa Sabina. La scelta di affidare a Giacomo Falaschi il ruolo di direttore tecnico del settore giovanile è l’ennesima dimostrazione della volontà del club di proseguire il percorso di valorizzazione dei giovani intrapreso ormai da tempo. Per Falaschi si tratta di un ritorno nel mondo dei dilettanti dopo un lungo periodo nel campo dei professionisti, tra club e Centro Federale. Ecco le sue dichiarazioni ai microfoni di Giovaninrete.net.

Possiamo ripercorrere le tappe della sua esperienza nel mondo del calcio giovanile?

Giacomo Falaschi“Non posso dire di aver cominciato quasi per gioco, perché ero molto determinato: quando avevo 24/25 anni giocavo a Torgiano e accanto alla carriera da calciatore ho cominciato quella da istruttore di giovani calciatori. Presi il patentino (all’epoca si chiamava ISEF) perché nella mia testa il percorso era quello, ovvero quello di cercare di entrare nel mondo della scuola e dell’insegnamento a 360 gradi e per me anche il calcio doveva avere quel tipo di evoluzione una volta appesi gli scarpini al chiodo.

Sono quindi stato per circa nove o dieci anni nel settore giovanile del Torgiano, anche se dopo essermene andato da giocatore sono rimasto in veste di allenatore, facendo tutte le categorie fino agli Allievi Regionali negli ultimi due anni. Poi è arrivata la chiamata del Perugia, ma le cose non andarono a buon fine solo perché il Perugia di Gaucci fallì. Al tempo il direttore era Fulvio Rondini, che mi consigliò di andare alla Pontevecchio. Qui sono stato per otto anni: i primi tre come responsabile della scuola calcio, allenando anche una squadra di Esordienti, e poi gli altri cinque alla guida dei Giovanissimi Regionali.

Poi ho fatto due anni con i Giovanissimi Regionali della Fulginium e durante il mio periodo a Foligno è arrivata la seconda chiamata del Perugia: con i biancorossi ho fatto cinque anni di Giovanissimi Nazionali o Under 14 Pro (le due categorie si alternavano), poi un anno di Giovanissimi Nazionali al Gubbio al termine del quale è arrivata la chiamata della Federazione. Per tre anni sono stato il responsabile tecnico del Centro Federale di Perugia Solomeo all’interno di un progetto che si chiama Evolution Program.

Ora ho concluso anche questa esperienza e nei prossimi giorni verrà ufficializzato il mio ingresso nel Santa Sabina in qualità di direttore tecnico del settore giovanile: l’impegno è importante, quindi non allenerò nessuna squadra”.

Giacomo Falaschi

A proposito della sua nuova esperienza, perché ha scelto proprio Santa Sabina dopo l’incarico ai Centri Federali?

“Devo essere onesto: l’esperienza ai Centri Federali è stata bellissima, perché la Federazione attraverso questo canale sta spingendo per una metodologia di allenamento e un approccio al calcio a 360 gradi. Si lavora molto anche sugli aspetti relativi all’etica e su quelli caratteriali del ragazzo, senza dare pressioni e soprattutto tenendoli lontani da quelle legate al risultato. A livello formativo probabilmente è il percorso più bello che posso aver vissuto.

Dopo un po’, però, la lontananza dal campo e la mancanza del rapporto con i ragazzi si fanno sentire. I ragazzi infatti li vedi una volta alla settimana, poi per due volte ti dedichi a una sorta di attività da formatore, segui delle società in Umbria, fai delle visite tecniche, ma capita di doversi rapportare con chi magari non ha la voglia o il tempo di starti a sentire e questo non è esattamente gratificante.

Per questo ho scelto di rientrare nel mondo del calcio giocato, più a stretto contatto con le società, ed il Santa Sabina è stato il club che più che mi ha convinto perché dal primo approccio con le persone che gestiscono il settore giovanile mi è sembrata quella più vicina a quella che è la mia filosofia, con il giusto risalto all’etica, con la crescita del giocatore che viene messa in primo piano”.

Ha parlato della metodologia che viene applicata nei Centri Federali: pensa che sia applicabile anche a livello di club?

Giacomo Falaschi“Assolutamente sì: più ci sono difficoltà e più questa metodologia è applicabile. Si lavora a stazioni, si lavora non tanto per il risultato quanto per la crescita dei ragazzi e chi meglio delle società dilettantistiche potrebbe percorrere questa strada? Le società di questo tipo non dovrebbero avere la pressione del risultato o altro, quindi si dovrebbero preoccupare maggiormente di altri aspetti, anche se nella realtà si ragiona esattamente al contrario.

Ti posso assicurare che ho ricevuto più pressioni quando dovevo vincere un campionato di Giovanissimi Regionali alla Pontevecchio o a Foligno che quando allenavo nel Perugia che magari doveva affrontare la Roma, la Lazio o il Napoli: lì c’era un pizzico di attenzione in più alla crescita del giocatore, senza guardare troppo alla classifica”.

La presenza di soggetti come i genitori troppo pressanti o addirittura i procuratori che iniziano ad affacciarsi nel mondo giovanile può rappresentare un problema?

“Per quanto riguarda i genitori, è un problema solo quando loro vanno al di fuori del loro ruolo. Il genitore è un’agenzia educativa al pari di tutte le altre e per creare un ambiente di apprendimento ideale è fondamentale che ogni figura nella sua specificità faccia il suo lavoro. Anche il genitore ha questo tipo di responsabilità e quando si comporta in modo coerente con quelli che sono i valori da trasmettere anche a livello sportivo, allora è una risorsa.

Nel caso in cui il genitore (ma lo stesso può valere anche per un allenatore, un dirigente, un custode, qualsiasi figura) trascenda da questi valori, allora fornisce un esempio sbagliato di quella che è l’etica ed i valori che dovrebbe veicolare lo sport. I procuratori dovrebbero essere dei facilitatori di certe situazioni, ma in realtà, per lo meno ad oggi, complicano tantissimo le scelte: non sempre sono trasparenti e non sempre riescono a mandare avanti il merito. Per me non dovrebbero esistere a questi livelli”.

Giacomo Falaschi

Come vive il ritorno al mondo dilettantistico: pensa di incontrare qualche difficoltà oppure, visto che ha già vissuto esperienze del genere, avverrà il tutto in maniera abbastanza automatica?

“In realtà non è un ritorno, perché anche se ho lavorato per club professionistici, io ho sempre fatto il dilettante. Di lavoro io faccio l’insegnante di educazione fisica e nessuno mai mi ha permesso di smettere di lavorare. Per questo mi considero un dilettante anche se ho avuto la fortuna di aver vissuto questi tipi di esperienza.

Sicuramente avrò più difficoltà rispetto a quelle incontrate nel mondo professionistico, però ti dico anche che sono consapevole di questa cosa: io nel mondo dei dilettanti ci sono stato per venti anni, poi ho avuto una parentesi di sei/sette anni (nove se consideriamo il periodo in Federazione) nel calcio professionistico, quindi è un mondo che conosco bene e sono pronto a rimboccarmi le maniche. Credo pure di poter dare un mio contributo anche a livello di organizzazione e di gestione di tante situazioni proprio perché ho visto anche dell’altro”.

Prima di salutarci, Giacomo vuole fare un ringraziamento collettivo a tutte le persone che ha incontrato in questo lunghissimo percorso. “Io dovrei ringraziare tutti. Ogni società ed ogni rapporto ti lascia un vissuto. A partire dalla prima a Torgiano fino all’ultima in Federazione, ogni esperienza mi ha lasciato qualcosa ed ha contribuito a definire quello che sono oggi. Il mio ringraziamento quindi va veramente a tutti quelli che ho incontrato in questo percorso, perché sono stati tutti egualmente importanti”. La nuova avventura al Santa Sabina sta per cominciare: non ci rimane altro da fare che augurare il nostro in bocca al lupo al club ed al suo nuovo direttore tecnico del settore giovanile.

Ubaldo Cricchi

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